Coppie, Le

Musica: Piero Piccioni
  • Anno:
    1970
  • Regia:
    Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Alberto Sordi
  • Musiche:
    Piero Piccioni
  • Cast & ruoli

    Alberto Sordi
    Monica Vitti
    Rossana Di Lorenzo
    Enzo Jannacci

Il frigorifero
Gavino Puddu e sua moglie Adele, proletari sardi residenti in un modestissimo seminterrato di Torino, hanno fatto grandi sacrifici per pagare a rate un enorme frigorifero da 180 litri, di cui, data la loro indigenza, si servono solo per raffreddare l'acqua del rubinetto e per suscitare l'ammirazione e l'invidia dei vicini. Il giorno del pagamento dell'ultima rata, Gavino perde maldestramente i soldi necessari al saldo.

Il negozio di elettrodomestici non ammette dilazioni: o entro il giorno successivo i Puddu si presenteranno con il dovuto, o saranno costretti a vedersi portar via il frigorifero. Dopo aver tentato in tutti i modi di mettere insieme la somma, non enorme ma per il loro bilancio comunque proibitiva (9.100 lire), i coniugi riflettono sulla facilità con cui la loro vicina, una prostituta sedicente massaggiatrice, riesce a ottenere del denaro, e finiscono per convincersi dell'opportunità che Adele, sia pure per una sola volta, si prostituisca.

I due hanno molte esitazioni, ma tutte vinte dalla paura di perdere il frigorifero e il benessere e l'affermazione sociale che questo rappresenta per loro. Alla fine Adele, scesa sul marciapiede, si concede a un cliente per 10.000 lire. Il giorno dopo, i Puddu si presentano nel negozio di elettrodomestici per saldare il debito: finalmente il frigorifero è di loro proprietà a tutti gli effetti. Tutto è risolto, se non fosse che nel negozio Adele rimane incantata da una modernissima lavatrice...

La camera
Giacinto Colonna, operaio nelle acciaierie di Terni, intende festeggiare l'anniversario di nozze con sua moglie Erminia in una lussuoso albergo sulla Costa Smeralda. La direzione della struttura, però, aveva accettato la prenotazione solo per un equivoco, pensando che si trattasse di membri dell'aristocratica famiglia Colonna: in effetti tutti gli alberghi della zona sono frequentati esclusivamente da nobili o miliardari e per principio rifiutano di ospitare persone di condizione più modesta, benché disposte a pagare.

Giacinto ed Erminia, allontanati con freddezza dalla struttura in cui avevano prenotato, cercano altre sistemazioni, ma sempre senza successo perché il loro aspetto e i loro modi non appaiono compatibili con l'ambiente esclusivo in cui si trovano. Durante la loro peregrinazione da un posto all'altro i due coniugi vengono a contatto con l'ambiente dell'alta società, a loro totalmente ignoto, e non possono non notarne l'arroganza, nonché la diffusione della droga e di perversioni di ogni genere.

Alla fine la polizia conferma che è loro diritto passare almeno una notte nell'albergo in cui avevano prenotato; la direzione sembra rassegnarsi ad accoglierli finché una ricchissima e capricciosissima bambina inglese non pretende per sé, senza nessuna ragione valida, la camera assegnata ai Colonna. Giacinto, fuori di sé, scatena una rissa coinvolgendo tutti i presenti e dopo l'intervento della polizia è costretto a passare una notte in carcere. In via del tutto eccezionale a Erminia è lasciata la possibilità di passare la notte in cella col marito: nell'esclusiva Costa Smeralda non c'è che la prigione disposta a offrire una camera a due proletari.

Il leone
La napoletana Giulia e il romano Antonio sono amanti clandestini e si incontrano un giorno alla settimana nella villa di Castel Gandolfo di proprietà del principale di lui. Al termine di uno dei loro incontri si preparano, come al solito, ad allontanarsi il prima possibile per salvare le apparenze con le rispettive famiglie, ma un grosso leone capitato non si sa come nel giardino della villa li terrorizza e impedisce loro di uscire.

Durante l'immobilità forzata i due, tesissimi per l'insolita situazione, danno sfogo a varie recriminazioni l'uno nei confronti dell'altra e finiscono per litigare e insultarsi ferocemente: finché in seguito all'intervento delle forze dell'ordine la belva, malgrado le disperate insistenze del padrone del circo da cui era fuggito, viene soppresso. Antonio e Giulia, rimosso l'ostacolo che impediva di riprendere la loro rispettabile vita di tutti i giorni, si congedano affettuosamente come se nulla fosse successo.

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