Disprezzo, il

Musica: Piero Piccioni
  • Anno:
    1963
  • Regia:
    Jean-Luc Godard
  • Musiche:
    Piero Piccioni
  • Cast & ruoli

    Brigitte Bardot: Emilia Javal[1]
    Michel Piccoli: Paolo Javal[2]
    Jack Palance: Jerry Prokosch[3]
    Giorgia Moll: Francesca Vanini
    Fritz Lang:

Video

La vicenda è ambientata tra Roma e Capri nell'arco di due giorni. Lo scrittore francese Paul Javal, che vive a Roma con la moglie ventottenne Camille, arriva a Cinecittà[5] convocato dal produttore statunitense Jerry Prokosch per riscrivere la sceneggiatura d'un film sull'Odissea diretto dal regista tedesco Fritz Lang, ritenuto senza sbocchi commerciali. Paul tiene un atteggiamento ambiguo nei confronti della moglie, ritenendo forse che la sua presenza possa convincere Prokosch ad aumentare il compenso. Durante la produzione dei "giornalieri", il produttore si dimostra altamente insoddisfatto a causa del tono troppo intellettuale e firma un grosso assegno a Paul.
Prokosch sembra corteggiare Camille, ma il marito non mostra fastidio, anzi, fa di tutto perché i due rimangano soli. Una lunga scena in interni (25 minuti) nell'appartamento di Roma dimostra non solo che la relazione tra Paul e Camille è in crisi, ma soprattutto che lei arriva a disprezzare il marito che l'usa cinicamente come materia di scambio. Mentre Paul sembra disposto a qualsiasi compromesso, piegandosi alle esigenze commerciali di Prokosch, Camille ha un atteggiamento più comprensivo verso l'arte, a partire dalla lettura d'una biografia di Lang. Paul afferma d'essere disposto a rinunciare al lavoro se lei non vuole che si comprometta. Più tardi i due assistono con Lang a un provino per selezionare una ragazza destinata alla parte di Nausicaa: il regista si dimostra fatalista sul destino del proprio film.

Il giorno seguente le riprese si trasferiscono a Capri, dove si girano alcune scene: qui Prokosch ha affittato una grandiosa villa moderna[6] nella quale continua il suo gioco con una riottosa Camille. Paul cerca di guadagnare la stima di Lang, spiegandogli l'intenzione di riscrivere da un punto di vista psicologico la vicenda di Ulisse e Penelope, sull'esperienza del rapporto conflittuale con la moglie, ma Lang gli risponde francamente di non essere interessato a un approccio moderno, psicanalitico, bensì al cinema classico, al rapporto uomo/natura inserito nel paesaggio mediterraneo.
Non sapendo come comportarsi, Camille cede controvoglia alla corte di Prokosch, forse per vendicarsi del marito. Paul li sorprende a baciarsi e confessa la propria tardiva riluttanza: sembra voglia davvero rinunciare al lavoro per non perdere la moglie, ma le cose si sono spinte troppo oltre e Camille non ha più rispetto per lui, il suo disprezzo arriva a farle accettare un passaggio sull'auto di Prokosch fino a Roma. È la fine del suo matrimonio, ma non l'inizio di qualcos'altro, come vorrebbe il produttore. L'auto però si schianta contro un camion con rimorchio e i due muoiono sul colpo.

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