Cristo si è fermato a Eboli

Musica: Piero Piccioni
  • Anno:
    1979
  • Regia:
    Francesco Rosi
  • Musiche:
    Piero Piccioni
  • Cast & ruoli

    Gian Maria Volonté
    Paolo Bonacelli
    Alain Cuny
    Lea Massari
    Irene Papas
    François Simon
    Luigi Infantino
    Francesco Callari
    Antonio Allocca
    Enzo Vitale
    Maria Antonia Capotorto
    Pietro Peragine
    Vito Caraccia
    Antonio Di Leva
    Accursio Di Leo

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Levi, lasciato Grassano, precedente tappa del suo confino, racconta di essere giunto a Gagliano in un pomeriggio di agosto accompagnato da "due rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespressive" provando un grande dispiacere per aver dovuto dire addio al paese dove stava precedentemente, in cui si trovava piuttosto bene.

Arrivato a Gagliano egli viene "scaricato e consegnato al segretario comunale" e, dopo essere stato presentato al segretario comunale e al brigadiere, rimane solo in mezzo alla strada. Per Levi, il primo impatto è molto brusco: una prima occhiata lo convince che i tre anni di confino che avrebbe dovuto trascorrere in quel luogo sarebbero stati molto lunghi e oziosi e l'immagine del paese, così chiuso e sperduto, suggerisce subito alla sua mente l'idea della morte.

Dopo aver osservato il paese si avvia verso quello che sarà il primo alloggio, indirizzato dal segretario, la cui cognata, rimasta vedova, ha in casa sua una camera che affitta ai rari viandanti di passaggio e vive a pochi passi dal municipio. Dalla vedova verrà in seguito a conoscenza di molte cose riguardo al luogo e alla gente che abita il paese.

Durante la sua prima passeggiata in paese conosce il podestà don Luigi Magalone detto Luigino, e i due medici del paese, i dottori Gibilisco e Milillo, che però, pur esercitando quella professione, non ne sono affatto validi rappresentanti. Non volendo mettersi in competizione con i due "medicaciucci", come vengono definiti in paese Milillo e Gibilisco, Levi si sentirà piuttosto angosciato ogni qualvolta gli verrà richiesta una consulenza medica (fatto che avverrà molto spesso), perché sente che l'ingenua fiducia di quei contadini che si affidano a lui "chiedeva un ricambio", ed egli può contare su una sufficiente preparazione di studi ma non possiede una buona capacità pratica, e la sua partecipazione emotiva era molto lontana dalla necessaria mentalità scientifica "fatta di freddezza e di distacco".
Fra le persone che conosce nei giorni successivi ci sono donna Caterina Magalone, sorella del podestà, donna impositiva e intrigante, e don Giuseppe Trajella, il parroco del paese, assegnato a Gagliano come punizione per la sua sospetta pedofilia, ormai rassegnato all'odio e al disprezzo dei paesani e agli atteggiamenti miscredenti e superstiziosi dei contadini. A spezzare la monotonia di quei lunghi giorni sarà l'arrivo di sua sorella Luisa, che lo incoraggia e lo consiglia, portandogli dei medicinali e alcuni strumenti per poter curare i contadini del luogo.

Alla ricerca di un po' di solitudine, l'unico luogo che Levi trova è il cimitero, il quale è situato poco fuori dal paese. Qui egli è solito sdraiarsi sul fondo di una fossa per contemplare il cielo e lì finisce spesso per addormentarsi, con il suo cane Barone ai suoi piedi. Nel cimitero conosce anche il becchino del paese, un vecchio dall'eccezionale resistenza fisica, famoso per la sua capacità di ammansire i lupi. Il cimitero è anche l'unico posto dove il paesaggio rompe la sua monotonia. È qui perciò che Levi prende l'abitudine di dipingere, spesso sorvegliato da un carabiniere mandato dal troppo prudente podestà....

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